sabato 6 novembre 2010
Ich bin ein Berliner...
mercoledì 25 agosto 2010
Pane e tempesta
domenica 30 maggio 2010
Se acababaron las lagrimas
Quando senti il gelo nello sguardo
quando qualcuno ha rotto il tuo sorriso di cristallo
il tuo bel viso di porcellana si ricorda della sua mano
mano di metallo
è il momento di iniziare a andare
hai esaurito tutte le lacrime
è il momento di iniziare a andare
infrangi la tua gabbia
4 primavere in silenzio
le rose secche non sanno profumare
senti le spine che si piantano bucando fino a dentro
dove fa più male
è il momento di iniziare a andare
hai esaurito tutte le lacrime
è il momento di iniziare a andare
infrangi la tua gabbia
ora
Scappa che la vita sta per terminare che i sogni si stanno per logorare
i minuti stanno per andare
salta che la fiamma ti sta per bruciare i momenti stanno per passare
e la tua anima si sta per spezzare
ah...l'anima...
Quando senti che non ti manca mai
e la pioggia cade castigando la città
che le gocce non penetrano la tua anima
ci sono barche nei tuoi occhi
i cui remi non potranno portarti in salvo
non serve più a niente piangere
hai esaurito tutte le lacrime
senti che non si può più tornare indietro
infrangi la tua gabbia
ora
Scappa che la vita sta per terminare che i sogni si stanno per logorare
i minuti stanno per andare
salta che la fiamma ti sta per bruciare i momenti stanno per passare
e la tua anima sta per morire
ah...l'anima...
e senti la chiamata della libertà
rompi le catene che ti fanno piangere
scappatene, armati e non pensarci più
salta, ridi, balla
e senti la chiamata della libertà
rompi le catene che ti fanno piangere
scappatene, armati e non pensarci più
salta, ridi, balla
Scappa che la vita sta per terminare che i sogni si stanno per logorare
i minuti stanno per andare
salta che la fiamma ti sta per bruciare i momenti stanno per passare
e la tua anima si sta per spezzare
Scappa che la vita sta per terminare che i sogni si stanno per logorare
i minuti stanno per andare
salta che la fiamma ti sta per bruciare i momenti stanno per passare
e la tua anima si sta per spezzare
- Huecco - Se acabaron las lagrimas traduzione by Laura
giovedì 27 maggio 2010
VALIDA o NON VALIDA, questo è il problema.
venerdì 19 marzo 2010
Ieri notte ho visto Calsifer
lunedì 8 marzo 2010
Perchè in fondo in ognuna di noi c'è una piccola Alice, anche se non viviamo in Wonderland.
martedì 2 marzo 2010
L'estate di San Martino - seconda parte -
e lacrime di gioia non cancellano la sensazione di calore sulle mie labbra.
Oggi i miei occhi hanno visto l'allungarsi delle giornate,
e i deboli raggi dei pomeriggi di inverno sono solo un ricordo ormai lontano.
Le mie orecchie hanno sentito gli uccellini cantare.
I miei piedi nudi hanno ritrovato la sabbia,
e le mie mani l'acqua del mare.
Oggi il mio cuore mi ha detto che la primavera è alle porte,
e io non ho più paura.
domenica 28 febbraio 2010
E adesso dove sei Ubaldo?!?
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Il livello alcolico è basso, per cui anche ogni possibilità di attribuire al mio solito gin lemon tutta la colpa di questi trip è svanita con un soffio di vento. Accuso il colpo e mi assumo le mie responsabilità.
Mi blocco. Una delle rare occasioni in cui qualcuno mi impedisce di continuare a ballare perchè la musica passa in secondo piano.
Una volta ripresa dallo shock il primo pensiero va al senso della loro presenza in un posto del genere e nonostante riesca a vincere il desiderio di andare da loro, fermarli e domandargli: "Scusate, ma voi cosa ci fate qui?" non riesco a frenare con altrettanta efficacia il flusso dei miei pensieri che in un vortice di pazzia, disagio mentale e fumo passivo ritrova l'immagine di un libro.
Reminescenza dell'infanzia in cui si passavano i pomeriggi a cercare l'improbabile Ubaldo all'interno di pagine strapiene di personaggi della dimensione di mezzo centrimento, in ambientazioni assurde, tra cavernicoli, pionieri del vecchio west e uomini spaziali, dove il povero Ubaldo, con la sua maglia a righe bianche e rosse e i suoi occhialetti, era sempre fuoriluogo, ed era proprio per questo che alla fine lo riconoscevi. Il veramente diverso in mezzo alla massa.
E il mio shock non è più dovuto al fatto che un'allegra famigliola si ritrovi nel bel mezzo della sala afro di una discoteca, ma al fatto che solo ciò che è fuoriluogo (e non posso definirlo in altro modo) riesce a catturare la mia attenzione. La massa è talmente uniforme che nessun singolo individuo, per quanto originale e alternativo, riesce a staccare ed emergerne.
Ma guarda te se a quasi 30 anni mi devo ritrovare il sabato sera in discoteca a giocare a E adesso dove sei Ubaldo?!?
mercoledì 24 febbraio 2010
L'ironia dei new media
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Pomeriggio, momento di cazzeggio, chat di gmail…
In un momento in cui non me lo aspettavo affatto - come sempre accade del resto - sono rimasta folgorata da un’intuizione… com’è possibile che nell’epoca della società globale i nuovi media abbiano trasformato tanto il nostro modo di comunicare?
Non fraintendetemi, non mi stupisco dell’evolversi delle cose, né tantomeno sono una conservatrice, ma da buona sociologa, o da pazza paranoica, tutto dipende dai punti di vista, non posso fare a meno di osservare certi cambiamenti e cercare di comprenderli.
Il problema è che, in teoria, si presume che con l’avanzamento della tecnologia che supporta la comunicazione ci sia un parallelo avanzamento della comunicazione stessa… e invece no. Ossia, in realtà c’è un avanzamento ma verso una semplificazione e non verso un arricchimento.
Partiamo dalla base, o meglio dalle origini…
L’uomo preistorico non aveva altro mezzo per farsi capire se non un linguaggio totalmente fatto di gesti, d'interpretazione, di ricerca, di sensibilità verso l’altro. Con lo sviluppo della società l’uomo ha manifestato la capacità di creare un insieme di simboli condivisi (le parole), che non lasciassero spazio a fraintendimenti. Mela è per tutti gli italiani il frutto dell’albero delle mele.
Ora, nella nostra società non solo esiste una codifica uguale per tutte le persone che parlano una stessa lingua di certi segni, che ci contraddistingue dall'uomo delle caverne per un impoverimento della capacità interpretativa e drammaturgica, ma si va via via perdendo anche la capacità di comunicare attraverso gesti ed espressioni del corpo, e si tende a ridurre tutto a quel linguaggio fatto solo di pure parole che all’uomo preistorico non servivano neppure.
L’aprirsi di nuove possibilità e il progredire dei nuovi strumenti non ha fatto altro che inaridire il nostro modo di rapportarci con altri esseri umani, troppo spesso ciò che scriviamo perde tutta quella parte relazionale che sta dietro al significato delle parole, rendendo la nostra comunicazione solo un mero scambio semantico. Come può trasmettere la passione un “Ti amo” scritto via mail? Come può trasmettere l’emozione che danno un paio di occhi che brillano, il battito del cuore che accelera, il sorriso accennato che rivela il fremito che corre lungo la schiena mentre si pronunciano le fatidiche due paroline? E l’ironia… il sarcasmo… come potrà mai una chat riprodurre il tono della voce, l’inflessione... la cadenza? Senza poi parlare della mimica facciale e di tutto il linguaggio di un corpo quando si accalora per una cosa, quando si commuove, quando si emoziona… Com’è possibile che gli italiani, gesticolatori folli, assistano inermi alla diffusione cancerogena degli emoticons come sostitutivo dell’espressività non verbale?
Ok, di questo non mi stupisco più di tanto, sono anni che si parla dei limiti dei new media rispetto alla comunicazione non verbale, tuttavia mi sorprendo a trovare un’inquietante somiglianza tra questo modo di esprimersi e gli schemi comportamentali degli autistici.
Cosa voglio dire? Voglio dire che se una persona autistica prende tutto alla lettera perché i suoi schemi mentali gli impediscono di comprendere le sfumature del linguaggio, la comunicazione via chat ci rende tutti autistici, ci costringe tutti quanti alla riduzione della comunicazione a puro linguaggio. Che differenza c’è tra il non avere le capacità mentali e comportamentali di comprendere l’ironia che si cela dietro a un messaggio e il non avere gli strumenti per farlo?
A quanto pare l’ironia dei nuovi media è che l’unica cosa che non trasmettono è proprio l’ironia.
lunedì 18 gennaio 2010
Itaca
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