Da quella parte in cui l'odore del fumo ti rimane addosso per 3 giorni e la cenere ti si attacca ai capelli... ma anche questo fa parte della mia generazione. Generazione 2.0 che non ha idea da che parte tiri il vento.
E come sempre, chissà perchè, quello che ci circonda altro non è che una metafora della vita. Il problema è che non sempre si sanno leggere i segni.
Tra la folla in controluce si distinuguono corpi, ma non si vedono volti.
I musicisti alle mie spalle suonano melodie folk un po' dimenticate, un po' sconosciute, e i bambini lanciano rami in mezzo alle fiamme. Lo de siempre, direbbero gli spagnoli, ma chissà perchè è così confortante...
E il calore mi scalda le guance e mi brucia gli occhi.
E mentre bevo vino e sorrido alla macchina fotografica di un amico ritorno anch'io un po' bambina... e d'improvviso, tra i vortici del falò e lo scoppiettare delle braci lo vedo: Calsifer! Lo spirito che anima il fuoco.
Lo spirito che anima il fuoco... sì, lui, che nella sua potenza e pienezza mi si rivela per ciò che è veramente... non solo lo spiritello che muove il castello errante di Howl, ma anche quello che quando tutto sembra estinto si riaccende nelle fiamme più ardenti... quello che sotto le ceneri ormai spente nasconde i tizzoni ardenti che riaccendono l'incendio in un istante... altra metafora della vita... lo spirito che anima la passione, quello che fa nascere l'amore e l'odio, quello che ci muove verso i sentimenti profondi, la forza che anima la vita e che in un solo istante può distruggere tutto.
Quello che mi brucia dentro e che ogni giorno mi fa lottare per le cose in cui credo. Quello che quando tutto sembra perso mi accende di nuove energie e mi ridà la forza di andare avanti e fare ancora un pezzetto di strada. Quello che sotto le ceneri dei miei errori continua ad ardere nuove possibilità e brucia brucia brucia... e fa divampare ciò che credevo morto di una nuova passione, più forte, più matura, più vera, più viva che mai.
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