venerdì 28 dicembre 2007

CASI NOCHEVIEJA Y TODAVÍA MIRO LA CALLE A TRAVÉS DE MI VENTANA

Casi nochevieja, casi el final de este largo año.
365 días de lucha, de retos y por la mayoría de éxitos.
365 días en los cuales muchas cosas han cambiado, algunas se han evolucionado, otras han regresado en su principio: todo se ha movido por lo menos un poquito. Yo misma he empezado un procedimiento de evolución ¿Qué esté envejeciendo, o solo se trata de hacerme adulta?
No se que ha pasado en este año, no se como ha estado…no puedo poner todo en los platos de la balanza: no siempre sirve, y casi nunca se pueden dividir las cosas buenas da las malas.
No se distinguir lo que ha cambiado de lo que ha permanecido igual.
Nada sigue igual por tanto tiempo pero tampoco los cambios importantes se hacen rapidamente y sin luchar un poco.
Muchas cosas han cambiado, todavía el amanecer en Plaza España sigue moviéndome algo en el alma, todavía voy por la calle boca arriba mirando el cielo, todavía quiero sentir las olas del mar que me mojan los pies, todavía me vuelve loca el olor del pan recién hecho, todavía a veces me sorprendo soñando con cosas tontas, todavía me hago miles y miles de preguntas sobre mi vida.

Casi nochevieja y todavía miro la calle a través de mi ventana.

giovedì 6 dicembre 2007

SUDA EL JAMON - NIKE: JUST DO IT -



Ci sono cose che nella vita non si riescono a spiegare

Breve premessa.
Questo video è l'ultimo spot che Nike ha pubblicato in America Latina per invogliare le giovani donne (suo target privilegiato da qualche tempo a questa parte) a non farsi la chirurgia plastica ma a fare sport e soprattutto a piacersi come sono.
E' un video che lancia un messaggio molto chiaro: ragazze non fatevi tagliuzzare come un prosciutto, sudate per essere belle.
Tutto questo soprattutto perchè l'America Latina è uno dei paesi con il più alto tasso di operazioni plastiche al mondo, in particolare ai glutei e alle gambe, per cui l'obiettivo primario della campagna è sensibilizzare le giovani generazioni nei confronti di questa piaga sociale, acusata soprattutto dalla mancanza di cultura (generale e sportiva nello specifico).
Il senso di tutto ciò, seppur reso in maniera un po' cruda, è splendido, questa pubblicità è un capolavoro, per una volta sono daccordo con il messaggio lanciato da Nike. Ma...

Qualche informazione su Nike.
La Nike, Inc. è un'azienda produttrice di abbigliamento e accessori sportivi, nata nel 1967 quando Bill Bowerman (allenatore della Oregon University) e Phil Knight (studente della facoltà di economia) creano un marchio per importare scarpe sportive dal Giappone (Onitsuka Tiger). Così scelsero il nome Nike, perché nella mitologia greca l'omonima dea è simbolo della vittoria.
Negli anni, Nike è diventato il primo produttore di accessori e abbigliamento sportivo, soprattutto per il calcio, il basket, il tennis, e recentemente anche per lo skateboard (la linea cosidetta nike-sb).
La Nike è stata criticata per le condizioni di lavoro ed i metodi di produzione nelle fabbriche d'oltremare con cui ha contratti commerciali.

Come riportato dai più importanti media internazionali, si è scoperto che l'azienda per anni ha sfruttato il lavoro di bambini, dai 5 anni di eta', per cucire i propri palloni e vestiti. Tali bambini venivano impiegati per 14-16 ore al giorno in condizioni igieniche pessime, per portare avanti lavori massacranti, in fabbriche buie e malsane.

FONTE WILKIPEDIA.

FATTURATO: 5.440 MILIARDI DI LIRE
1 BOWERMAN DRIVE BEAVERTON, OREGON 97005 U.S.A.

La Nike, con sede centrale nell'Oregon, USA, produce una vasta gamma di scarpe sportive molto pubblicizzate. Nata negli anni '60, ha assunto il suo attuale nome nel 1985.
Ogni anno 6 milioni di paia di scarpe sportive Nike vengono confezionate in Indonesia sotto licenze normalmente concesse dalla sud-coreana HQ, consociata della Nike. I dipendenti della Nike quotidianamente controllano la qualità nelle 6 fabbriche di Tangerang e Serang. Queste 6 fabbriche sono in competizione l'una con l'altra per mantenere le licenze, che sono rinnovate mensilmente.
Il salario medio giornaliero dei 24.000 lavoratori di queste fabbriche è appena di 1.100 lire. Secondo l'AAFLI (Istituto Asiatico-Americano per il Lavoro Libero) queste fabbriche stanno violando 12 leggi nazionali, tra cui quelle sul salario minimo, il lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro, l'assicurazione, l'organizzazione sindacale e i licenziamenti. Sono stati evidenziati problemi riguardo la salute, le ferie ed i congedi per maternità. Sebbene le fabbriche non siano di proprietà diretta della Nike, finanziariamente la compagnia è nella posizione di poter assicurare il rafforzamento degli standard minimi di vita.

I salari in Indonesia
L'Indonesia ha un salario minimo giornaliero di 2.100 Rupie (circa 1.400 lire), ma anche questo è inferiore ai "bisogni fisici minimi" stimati dal governo. E con 12 milioni di disoccupati su 70 milioni di forza lavoro, è impossibile rafforzare questo minimo. Recenti inchieste hanno rivelato che quasi l'80% dei lavoratori nella regione di Tangerang riceve solo 1.600 Rupie al giorno, e quindi lunghe ore di straordinari sono di solito fondamentali per la sopravvivenza. L'ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) stima che l'80% delle donne lavoratrici in Indonesia sono malnutrite.

E i sindacati?
I sindacati di solito esercitano un controllo effettivo sullo sfruttamento dei lavoratori, ma il governo repressivo indonesiano ne ha a lungo limitato lo sviluppo. Fino dagli anni '60, il movimento dei lavoratori è stato controllato dal governo tramite un unico sindacato legale, l'SPSI (Unione dei Lavoratori di Tutta l'Indonesia). Coloro che desiderano fare parte dei sindacati devono avere il permesso del loro datore di lavoro, che spesso sceglie quello governativo. Nonostante la legge, i lavoratori hanno cominciato a lottare, ed hanno formato nuovi sindacati. Il primo è stato Setiakawan (SBMS), nato nel novembre 1990. Nel giugno 1991, quando 300 dimostranti chiedevano salari più alti, Saut Aritonang, segretario generale del SBMS, e altri quattro, furono rapiti e interrogati dall'esercito governativo.
Il SBMS chiede di esercitare pressioni sul governo per il diritto di libera organizzazione, e sta lanciando un boicottaggio delle esportazioni indonesiane, chiedendo di usare aiuti e investimenti per fare pressione sul miglioramento dei diritti umani. Nel breve periodo, i sindacati sono certo in difficoltà nel tentativo di migliorare le condizioni di lavoro. Ma questo rende il boicottaggio e le campagne sui consumatori le forme di pressione più importanti che possano persuadere la Nike sulla possibilità di un comportamento più responsabile verso i lavoratori

COSA COMBINA NEL MONDO LA NIKE

REGIMI OPPRESSIVI: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam.

RELAZIONI SINDACALI: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e vengono repressi dall'esercito, i dirigenti sindacali sono licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi.

SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: i lavoratori della Nike ricevono un salario da fame, inferiore al salario minimo stabilito dalla legge indonesiana. Lavorano esposti ai vapori delle colle, ai solventi, alle vernici, per 12 ore al giorno.

COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: la Nike spende circa 180 milioni di $ all'anno in pubblicità, quando sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani.

CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i diritti civili, ha lanciato il boicottaggio della Nike perchè, nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai neri, non vi sono afroamericani ai vertici dell'azienda; essa inoltre non concede sufficienti benefici sociali alla comunità nera.

FONTE www.disinformazione.it/multinazionali

Per sottolineare un po' meglio solo un'ultima cosa: ricordo che lo slogan di Nike è JUST DO IT, FALLO E BASTA, e fondamentalmente credo che questo sia tutto il cardine attorno al quale gira questa impresa, la filosofia dello sbattersene di tutto e tutti, del fallo, tanto anche se le tue azioni hanno consguenze, non è detto che vengano scoperte, almeno non subito.

Ora, una considerazione del tutto personale.
Come è possibile che una persona sana di mente e con una capacità minima di giudizio, che inoltre è un genio pubblicitario, si svenda alle grandi multinazionali?
Voglio dire...perchè chi ha creato questa pubblicità fantastica non ha la saggezza di dire NO a un'azienda come Nike?
Ma soprattutto come può Nike fare una pubblicità così, con un tema sociale tanto importante, quando non è assolutamente interessata al sociale, visto e considerato quello che apporta nel mondo del lavoro e dello sfruttamento minorile.
Come si può sfruttare bambini e allo stesso tempo fingere di essere attivi e interessati nel mondo della sensibilizzazione sociale?
Ma soprattutto: APRIAMO GLI OCCHI, non facciamoci fregare da chi si imbelleta il naso però ha il sedere sporco di merda. Non sempre chi affronta temi sociali nelle sue pubblicità lo fa perchè è realmente interessato a queste cose, impariamo a scindere la pubblicità, che è un prodotto di menti creative e geniali, dalle compagnie, e in particolare dalle grandi multinazionali che ci bombardano con le loro scarpe e con le loro bottiglie dorate, e soprattutto impariamo a vedere cosa c'è dietro.

sabato 1 dicembre 2007

METRÓPOLI


Metrópoli, o sea vivir en el medio del mundo, vivir en contacto directo con el mundo.

En cualquier sitio del planeta, las metrópolis nos recuerdan lo pequeños que somos frente la multitud de culturas, de hábitos y de costumbres. Siempre.
Voy andando por la calle e oigo idiomas que no comprendo y no conozco; me llegan, al mismo tiempo, olores a fast food, cocina marroquí, india, turca, catalana, vasca, francesa, italiana: nuevo concepto de nouvelle cousine.
Veo niños gitanos desnudos y amas de casa árabes de 15 años llevando el burka, mujeres en traje con corbata que mandan el mundo y hombres que en su vida no han tenido nada, tampoco la limosna que piden.

Es raro como todos nos juntamos en las metrópolis, creo que dependa del hecho que metrópolis significa ciudad madre y todos los que no tenemos raíces, sino inquietudes y ganas de descubrimiento, necesitamos estar en varios sitios al mismo tiempo, como en el útero de la madre: parados en su vientre, como en un limbo, pero en todos los sitios y los momentos de su vida, viviendo sin estar al mundo y compartiendo sin hacer nada.

A veces me angustia todo esto melting pot, a veces me siento tan feliz de ser parte de él, a veces simplemente miro al cielo y pienso que el ser humano, viva en una metrópoli o en el medio de un desierto, siempre vive bajo un cielo desconocido, y por esto debe agradecer por existir y poder conocer tanta variedad.
Por conocer el mundo solo por el hecho que esto haga un desfile delante nuestros ojos.


venerdì 30 novembre 2007

Commuter-one



Todas las mañanas misma historia de siempre.
Salgo de casa con armas, lista a la lucha.
No la que todos los día cada uno combate con sí mismo para diventar una persona mejor o para aguantar una vida pesada. ¡Ojalá fuera tan sencillo!

No, esta es una lucha mucho más peligrosa, mucho más dura y al tiempo más psicologica y sutíl, donde hay adversarios temibles y aguerridos.

Todas las mañanas misma hora, misma calle, mismo camino hasta el mismo tren, mismas caras de todos los días.
Algunos me sonrien, otros me guiñan o me hacen gestos como para decir...otra vez, ya estamos, ¿lista? otros me miran de reojo como si quisieran matarme solo porque existo.
Casi nos conocimos, seguramente nos estudiamos, de todas formas estamos compartiendo algo intenso, tribal, incluso primitivo: el hecho de coger un tren lleno de gente medio durmida, mosqueada, a veces enfatada, que podría llegar hasta a matar para conseguir un sitio sentada.
Y yo estoy allí con ellos, como ellos, no mucho mejor ni tanto peor, dispuesta a machacar viejitos y robar caramelos a un niño solo para sentarme y seguir durmiendo una media hora más antes de llegar al trabajo y a la rutina de cada día.
Y cada mañana, al silbato del tren todos estamos a los bloques de salida...todos con caras que dan miedo.
He visto señoras ponerse tacones sólo para llegar a pisar más lejos, chicas intentar seducir hombres feos sólo para que le dejaran el puesto, niños fingir sentirse mal, mujeres llenarse el jersey a la altura de la barriga de camisetas para aparecer embarazadas, hombres tener cara de llorar solo para mover alguien a compasión, cachorros que se convierten en hienas.
Se abren las puertas y empieza la carrera hacía los sediles: el combate.
Codos en las costillas, empujones, pies pisados son mi pan de cada día. Pero casi siempre consigo uno y cuando me siento me sale a la mente una poesia que estudíe hace ya no se cuantos años, y que en aquella época me parecía tan ireal como para llegar a ser divertida y ahora ya no me parece tan divertida ya que a mí me pasa igual.

Commuter-one who spends his life
in riding to and from his wife:
a man who shaves and takes a train
and then rides back to shave again.





mercoledì 10 ottobre 2007

HO ANCORA LA FORZA


É davvero bello poter dire "ho ancora la forza".
Quella che serve per essere felici di andare avanti, quella che serve per ricominciare, quella per guardarmi ancora attorno con meraviglia, quella di raccontare, di amare, di sbagliare, di perdonare e a volte anche quella di non perdonare...

QUELLA DI VIVERE.

E c'è qualcuno che ha veramente trovato le parole giuste per dirlo.
Francesco Guccini, Ho ancora la forza.


Ho ancora la forza che serve a camminare,
picchiare ancora contro per non lasciarmi stare
ho ancora quella forza che ti serve
quando dici: "Si comincia !"

E ho ancora la forza di guardarmi attorno
mischiando le parole con due pacchetti al giorno,
di farmi trovar lì da chi mi vuole
sempre nella mia camicia...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
e al mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di starvi a raccontare
le mie storie di sempre, di come posso amare,
di tutti quegli sbagli che per un
motivo o l'altro so rifare...

E ho ancora la forza di chiedere anche scusa
o di incazzarmi ancora con la coscienza offesa,
di dirvi che comunque la mia parte
ve la posso garantire...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
nel mondo sono andato,
dal mondo son tornato sempre vivo...

Ho ancora la forza di non tirarmi indietro,
di scegliermi la vita masticando ogni metro,
di far la conta degli amici andati e dire:
" Ci vediam più tardi ..."

E ho ancora la forza di scegliere parole
per gioco, per il gusto di potermi sfogare
perché, che piaccia o no, è capitato
che sia quello che so fare...

Abito sempre qui da me,
in questa stessa strada che non sai mai se c'è
col mondo sono andato
e col mondo son tornato sempre vivo...

SU SOLICITUD HA SIDO DENEGADA

Ok, non c'è problema.
Da questo momento, in cui mi hanno negato il prestito del governo, sono ufficialmente povera.
Ancora una volta ci si rimbocca le maniche e si riparte.
A ferita aperta, ci si rialza e si inizia a combattere e a resistere in questo mondo difficile, dopo l'ennesima batosta, dopo l'ennesima porta sbattuta in faccia.
Ancora una volta solo con le mie forze, le uniche su cui ho sempre contato e le uniche su cui potró sempre contare.
Ancora una volta Don Chischiotte che lotta contro i mulini a vento.
E questa volta lo capisco ancora di piú visto che i mulini a vento sono spagnoli.
Ma niente paura se ce l'ha fatta un folle come lui, beh, posso farcela pure io, anche senza il mio Sancho Panza.
I miei sogni, come i suoi, volano alto e a volte per questo si paga un prezzo piú caro.

Salta in piedi Sancho é tardi
non vorrai dormire ancora
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora
per i primi é indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri é riluttanza nei confronti dei doveri.
L'ingiustizia non é il solo male che divori il mondo
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo
ma dobbiamo fare presto perché piú che il tempo passa
piú il nemico si fa d'ombra e si ingarbuglia la matassa.
.........................................................................................
Sancho ascoltami ti prego sono stato anche io un realista
ma ormai oggi me ne frego e anche se ho una buona vista
l'apparenza delle cose come vedi non mi inganna
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtá che hai lí davanti
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...


ORA SONO UN UOMO NUOVO CHE NON TEME DI SOFFRIRE.


martedì 9 ottobre 2007

POESIAM MUNDI - quella vera -

Hay cosas que no se pueden explicar. Pasan.
Y de ninguna forma puedes saber porque.

Lo que más me sorprende es que todavia no me esplico como Barcelona pueda ser tan especial, porqué aquí lo más sencillo me causa tanta sensación.
Pues, puede que sea porque es una ciudad nueva (¿de verdad aún sigue siendolo?), puede ser por sus encantos, o no se, a lo mejor sólo es que desde cuando vivo aquí he encontrado a mi misma , y ya veo el mundo con ojos distintos: ojos de quien puede disfrutar de la vida, de quien quiere aprovechar de todas sus formas.
O, quizás, sólo es que estoy más a menudo en las nubes, y todo me parece estupendo.

Hoy ha sido un día raro, de estos días que empiezan por una manera y que acaban por otra, pero esta es otra historia.
Esta mañana hacía un solecíto caliente que me dio la ganas de salir a dar un paseo por el centro.
Como siempre había un montón de gente, la mayoría corriendo para arriba y para abajo como locos, este estilo de gente que nunca se para a mirar que está pasando a su alrededor, gente que ni siquiera se da cuenta que el tiempo no se ahorra corriendo, sino gastandoselo bien.
Personas de las que estoy hasta las narices porque sólo piensan en llegar arriba y nunca piensan que, tal vez, es más interesante el viaje (pero, esta también es otra historia).
Llegué a Carrer Ferran que había un buen solecito, y de repente se puso a llover, pero no llovizna fina, un chubasco tan fuerte que todavia estoy pensando de donde han salido las nubes.
Para buscar reparo entré en una tienda de libros, y allí me encontré en una de estas librerias antiguas, con las paredes de un blanco un poco sucio por el polvo y la viejez, con las estanterías llenas de libros, y en todos los rincones columnas hasta el techo de volumenes y en cima de las mesas ejemplares raros, con portadas de piel y letras de oro.
Había un olor raro, de papel y cartón, umededad, tinta y cultura, probablemente más presente en mi mente y en mis recuerdos que real.
Y en su mesa había un hombrecito. Tenía una edad incomprensible: pelo blanco y cara de niño, dos ojos azules como el cielo, dentro de los cuales se pueden leer historias increybles, una sonrisa sin dientes causada por lo estaba leyendo en su libro, una de estas raras personas de las que puedes ver el alma, una de estas raridades que cuando te encuentran te saludan como si la felicidad del mundo dependiera de su "buen día".
Lo imaginé de niño, ayudando al padre en la tienda y empezando a construir su inmensa cultura, pagina tras pagina, libro tras libro. Y fuera seguìa lloviendo.

Todo esto me pareció algo mágico, de otra época, algo olvidado, como los libros que vendía el viejito. Todo esto me pareció la poesía más bella del mundo.



POESIAM MUNDI

La tecnologia informatica é un affare che PURTROPPO avrá futuro.
Lo dice una che lavora per un'azienda di web directory, che ha un blog, un mail di ultima generazione, un album di foto digitale e un mac.
E dico purtroppo perché il computer ci sta togliendo la capacitá di creare e ci fa venire voglia di distruggere. Ma per lo meno non si puó negare che ci stia dando la capacitá di esprimerci.
Quando ci si riesce ovviamente.
Sí, perché mi é appena successo di scrivere un bellissimo (é solo la mia modesta opinione, piú dettata dalla rabbia che da altro) e lunghissimo post, in spagnolo (cosa che mi ha richiesto anche una certa concentrazione), e di cancellarlo per un errore del mio dito mignolo, che ora mi amputerei. A causa della sua sgraziatezza ha inopportunamente sfiorato un cazzo di tastino di merda mandando all'aria due ore buone di lavoro.

In sostanza torniamo a quello che si diceva prima: il computer ci sta togliendo la capacitá di creare e ci fa venire voglia di distruggere.
Sí, perché chiaramente adesso la cosa di cui avrei piú voglia é lanciare questo dannatissimo mac dalla finestra, se non fosse che la mia finestra dá su un pàtio, quindi il maledetto non si disintegrerebbe ma si danneggerebbe e basta e io mi ritroverei con un mac rovinato.

VAFFANCULO AI TASTINI DI MERDA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Tra l'altro...si puó sapere perché l'italiano é l'unica lingua al mondo dove la parola computer non si traduce, o al massimo é reso da questo atroce termine arcaico denominato computatore...che manco lontanamente si avvicina all'idea del computer?


martedì 2 ottobre 2007

RIMINENSI A BCN

O meglio: post dedicato a tutti i supposti amici e parenti riminesi che dopo un anno che vivo qua ancora non si sono fatti vedere.

Dedicato a coloro che si fanno sentire solo quando c'è la luna piena e tutte le volte hanno la faccia tosta di dirmi che non mi faccio mai viva.
A quelli che trovano 1200 scuse del cazzo per non prendere un aereo e che non riescono a schiodarsi dal borgo, e dalla borghesia, cui sono abituati come se fossero in punto di morte e non volessero allontanarsi.
Ai signori che non vogliono venire qua per fare turismo in una capitale (dove magari andrebbero volentieri) solo perché ci sono io, e non ne vogliono "approfittare".
A loro che "guai ampliare i propri orizzonti" e scansarsi per 3 giorni dall'abitudine e dalla routine della propria cittá come se avessero 60 anni e ormai fosse troppo tardi per essere attratti dalle cose del mondo e da divertimenti nuovi.
Un applauso a tutti voi che siete cosí affezionati a me che tutte le volte che vengo in Italia mi dite quanto vi manco, ma manco per il cavolo che vi muovete per venire in Spagna.
A chi non si prende 2 giorni di ferie perché gli servono per andare al mare, come se a Barcellona non ci fosse, e senza scordarci che siamo di Rimini!
Un grazie particolare a chi mi dice che tanto a Barcellona c'è giá stato una volta, e certe cose viste un giorno, viste per sempre, e non dimentichiamo chi si prende un aereo per andare in Polinesia, ma "la Spagna é troppo distante".

Ok, lo sappiamo tutti, e ora le cose sono state ulteriormente sottolineate, ma se cosí non fosse riassiumiamo ancora una volta.
Siete pigri e abitudinari; a volte tirchi, piú spesso solo un po' squattrinati; siete lunatici, incostanti e incoerenti.
Siete sempre stati così, coi vostri difetti (e chi non ne ha?) e i vostri pregi, e sempre lo sarete.
Non cambierete mai, ed è per questo che vi voglio così bene, perchè tutti nella vita abbiamo bisogno di punti fermi (soprattutto chi non riesce a piantare radici come me).
Non vi fate mai sentire ma ci siete sempre nel momento del bisogno.
Non mi dite mai quanto bene mi volete ma lo dimostrate nei piccoli gesti.
Non solo siete le persone che mi offrono una spalla su cui piangere ma anche una birra e due risate.
E poi, lo so non mi verrete mai a trovare, ma so anche che non lo fate per disinteresse.
Questo sì: siete bastardi perché in questo modo non fate altro che mancarmi e se é un trucco, beh mi piacerebbe dirvi che non funziona, ma funziona eccome.

Però tranquilli...pericolo scampato, ormai ho smesso di sperare di vedervi qua!



domenica 30 settembre 2007

LA CIUDAD DE LOS PRODIGIOS



25 de septiembre de 2006.

Día de mi llegada a Barcelona.
Día en que empezó mi aventura en el extranjero.

Cuando llegué era de noche. Habría tenido que hacerlo de día, pero, por un retraso no logré tomar el avión que había reservado y cogí el de la noche.
Era la primera vez que viajaba sola tan lejos de mi casa, pero no estaba asustada. Estaba feliz, y me sentía libre. Profundamente libre.
Saliendo del aeropuerto había una neblina rara, muy cálida, hecha de una mezcla de humedad y luna, como una manta que envolvía la ciudad, y todo parecía emanar un luz espectral, pero al mismo tiempo familiar, y de esta manta lunar solo salían las palmeras y los taxis amarillos, como los que se ven en las películas.
Esa fue la primera impresion y la que aún me queda de Barcelona, la unica que me acuerdo haber tenido desde siempre: soledad y luz.
Todo era tan raro: el olor, el atmósfera, la gente; pero me sentía a gusto, como en casa.
Cogí un bus que no sabia donde me iba a llevar, y cómo gúiada por una energía mágica me encontré en frente de la Universidad: un lugar único, encantador.
Una finca muy antigua me miraba cómo para darme la bienvenida contándome su historia, y las de todos los que pasaron por allí, pero también cómo para avisarme de que tuviera cuidado.
Así empezó mi recorrido por calles desconocidas, donde hablaban un idioma que no entendía o que a lo mejor entendía muy poco. Y yo, pequeña extranjera recién llegada, con su maletón y su mochila, con sus sueños en el cajon y su vida que pedía ser vivida, no se como me encontré en el hostal.

Cuando llegué era de noche pero todo lucía como bañado por la luz de un sol tropical.
Todo reflejaba mi luz interior y mis ganas de descubrir y de aprender.
Todos los deseos que luchaban en mi desde que tenia dieciséis\diecisietes anos de ir a vivir en otro país, para ver con mis ojos lo que hay en el mundo, de vivir mi vida.
En esa noche mágica, en esta ciudad milagrosa, todos mis sueños estaban teniendo la oportunidad de hacerse realidad: en aquel momento yo estaba dibujando mi futuro, o por lo menos había sacado el boli y el papel para empezar a hacerlo.

26 de septiembre de 2007

Hoy llego otra vez, después de unas vacaciónes en la que siempre había llamado mi ciudad.
Llego para volver a mi casa, llego para volver a mi vida, ya que ahora mi vida está aquí.
Ahora, cuando camino por las calles, ya no me parece de escuchar sonidos raros, a veces me encuentro pensando que siempre he hablado este idioma tan familiar, a veces me sucede de creer en haber vivido en Barcelona una vida pasada de tanto que estoy acostumbrada a ella.
Cuando acabo de salir del aeropuerto no solo me siento en una ciudad conocida, estoy en una ciudad conocida; querida y odiada (como todo lo que se ama de verdad).

Otra vez llego de noche y cuando el bus me para en la plaza de la Universidad solo me queda la posibilidad de sentarme en los bancos y allí me reconozco a mi misma, con un año mas.
Un año mas....cuantos días, cuantas horas, y aún con los mismos sueños, cumplidos a medias o tal vez simplemente en obra. Miro a mi alrededor, y veo Barcelona. Y veo todo lo que he hecho este año.
Todas las dificultades, todos los desafíos diarios, todas las pequeñas victorias y las grandes luchas. Y veo todo lo que hago cada día para vivir aquí, y veo todo lo que hacen las personas que me quieren para animarme. Y pienso en Barcelona.
Y pienso en todo lo que he conocido y todos los que he conocido.
Los pequeños descubrimientos de una cultura distinta a la mía: el pan con tomate, la sardana, el Parc Güell, la Pedrera, la tortilla, las patatas bravas, el cortado, la rambla...todas cosas que poco a poco han empezado a formar parte de mi, y que cuando salgo de Barcelona echo mucho de menos.

Y más, pienso en todas las veces que vuelvo del trabajo.
Subo del metro en la Plaza de España y me encuentro en frente a los monumentos y a las banderas, miro el museo y las fuentes, y a veces me doy cuenta de que yo vivo aquí, y me agarra un sentimiento extraño, como de felicidad, como de realización total de un sueño, como de plenitud. Y me encuentro tan llena de vida.
Otras veces, al contrario, advierto la necesidad de huir, de sentir demasiado la lejanía de mi novio, el peso de vivir sola, el echar de menos a mi familia y a mis amigos de toda la vida, pero ¿como se puede huir de un amor, de un lugar que te atrapa y no te deja? ¿de una atracción fatal, de una vida vívida?

Y me siento en las escaleras de la plaza y miro mis manos y en todo esto pienso que, sin embargo, Barcelona es la ciudad de los prodigios.

domenica 9 settembre 2007

RIFLESSIONE DEGNA DI NOTA - parte II -

Ancora una volta fine delle vacanze, fine dei sogni e delle spensieratezze, ritorno alla monotonia e alla quotidianità.

Per fortuna il bello delle vacanze è che ti lasciano sempre un mare di ricordi meravigliosi e di esperienze condivise, di posti nuovi stampati nella memoria, di odori, di rumori e di sensazioni; la poesia del diverso e del nuovo, del viaggio verso qualcosa, qualunque cosa, ovunque essa sia.

Dopo aver già dato per assodato che le vacanze durano sempre troppo poco ho riflettuto su altri piccoli aspetti delle vacanze, ad esempio cosa fa di una vacanza una buona vacanza, intendo dire, VERAMENTE una buona vacanza?


DECALOGO ILLUSTRATO DELLA BUONA VACANZA

1) SCEGLIERE CON ACCURATEZZA LA STAGIONE MIGLIORE PER OGNI LUOGO IN MODO DA EVITARE IL MALTEMPO
(una buona precauzione potrebbe essere per esempio quella di evitare la stagione dei monsoni per andare su un'isola tropicale,o anche semplicemente informarsi prima sulle condizioni meteo per evitare i periodi più piovosi per andare in campeggio)





2) ORGANIZZARSI PER RISERVARE UN BUON ALBERGO,
QUANTOMENO PER TROVARE UNA BUONA SISTEMAZIONE, QUANTOMENO DIGNITOSA...insomma
FARE IL MINIMO PER NON TROVARSI A DORMIRE SOTTO UN PONTE!!!



3) PROVARE I PIATTI TIPICI E ADATTARSI AGLI USI
E I COSTUMI ALIMENTARI DEL POSTO









4) VISITARE MONUMENTI IMPORTANTI









5) CONOSCERE FATTI STORICI E TRADIZIONI CULTURALI E SE POSSIBILE CERCARE DI PARTECIPARVI
(ad esempio, correre con i tori per le strade senza farsi incornare)




6) CERCARE, PER QUANTO POSSIBILE, DI MESCOLARSI AGLI AUTOCTONI





7) CONOSCERE ESSERI UMANI DIVERSI DA NOI,
APPROFITTARE PER APRIRSI AGLI ALTRI E,
PER QUANTO POSSIBILE FARSI NUOVI AMICI
(anche piccoli amici...)








8) RITROVARE ANCHE DISTANTE DALLA PATRIA LE NOSTRE RADICI...
NON DIMENTICHIAMOCI MAI CHI SIAMO!






9) CERCARE DI IMPARARE DALLE NUOVE ESPERIENZE
(per esempio, noi in questa vacanza abbiamo imparato che i Paesi Baschi sono una regione piovosa, e che non c'è niente che ti possa insegnare come può essere dura la vita, e farti amare e apprezzare il tuo comodo lettino, come il dover piantare la tenda un giorno si e uno no in un terreno fangoso)




10)
SORRIDERE E GODERSELA,
SEMPRE,
QUALSIASI IMPREVISTO CAPITI E
QUALUNQUE COSA SUCCEDA....

NON DIMENTICARE MAI CHE

IN FONDO SIAMO IN VACANZA!!!


domenica 12 agosto 2007

CIO' CHE PENSO -IN VINO VERITAS-

A volte nella vita succede che ci si sveglia una mattina, o si torna a casa una sera, magari dopo aver bevuto un po' di più, e improvvisamente ci si accorge che si hanno un sacco di cose da dire.
Cose che non si sono mai dette solo perché non si trova mai il momento giusto o solo perché non c'è mai la persona adatta ad ascoltarle.
Penso che a volte bisognerebbe avere il coraggio di esprimere ciò che si pensa, e penso che prima o poi qualcuno ascolterà quello che abbiamo da dire.

Penso che le parole non cadano mai nel vuoto ed è per questo che spesso feriscono tanto.

Penso che spesso sia più facile tacere che esprimere la propria opinione e penso che chi ha la capacità di dire sempre la sua abbia coraggio, ma penso anche che a volte nella vita il coraggio non sia tutto e che utilizzare un po' di diplomazia non voglia dire chinare sempre la testa.

Penso che a volte vorrei essere ignorante per non accorgermi delle cose e non farmi problemi che già di partenza non posso risolvere, ma penso anche che preferisco avere la possibilità di scegliere se farmi o non farmi carico di certe cose, e penso che sia più facile lamentarsi che lottare, e che sia più facile essere infastiditi che comprendere, che sia più facile distruggere che costruire e isolarsi che integrarsi, ma che quasi sempre la cosa più facile non è quella giusta.

E penso che non ci possa essere sempre il sole, e che la pioggia sia vita, così come penso che senza il dolore non si possa apprezzare fino in fondo la felicità, e penso che non si possa sempre restare con i piedi per terra perché se no non si apprezzeranno mai le stelle.

Penso che sia bello avere tante cose da fare nella propria vita, ma penso anche che a volte è bello rallentare e godersi i dettagli.
Penso che non sia facile comunicare con le persone e che più le amiamo più le facciamo soffrire, ma penso che soffrire per chi si ama voglia dire che lo si ama veramente e penso che quando ci sono di mezzo sentimenti cosí forti e intensi ci possono essere 10.000 kilometri in mezzo e che non per questo si ama di meno, ma penso anche che vivere vicino voglia dire guardare lo stesso orizzonte.

E penso che non sia per niente facile chiedere scusa o ammettere un errore e che a volte siamo solo dei piccoli ottusi, perchè basta così poco per dimostrare un pò di gratitudine e un pò d'amore, e penso che i sentimenti siano una cosa profondissima e che a volte ci facciano soffrire perché non li si può comandare, ma penso anche che sia bellissimo farsi guidare da essi.

Penso che le persone a cui non si presta mai ascolto siano quelle che hanno più cose da dire, e che troppo spesso ci facciamo ingannare dalle apparenze, e penso che ascoltare un bambino o un anziano non voglia dire perdere tempo, ma acquisire saggezza.

Penso che dovremmo imparare ad amare e ad apprezzare ciò che è diverso da noi invece che criticare sempre tutto, però penso anche che dovremmo diventare critici e non berci tutto quello che ci dicono, e penso che sia più facile pensare che il singolo non fa la differenza piuttosto che cominciare a lottare e a dare l'esempio. E penso che non ci sia bisogno di andare in Africa per aiutare gli altri, perchè guardiamo sempre lontano e non guardiamo mai di fronte a noi, perchè è più facile aiutare un bambino con l'AIDS che la vecchietta che vive sul nostro pianerottolo, però penso anche che per fortuna ci sono persone che hanno il coraggio di andare fino là.

E penso che la società di oggi abbia mille potenzialità e che la globalizzazione sia l'espressione della capacitá di comunicazione di massa all'ennesima potenza ma penso anche che gli esseri umani siano sempre più soli e sempre meno in grado di comunicare tra loro, e penso che abbiano perso il gusto per le piccole cose perchè oramai si lasciano stupire solo da quelle colossali, e penso che sia triste non avere più la capacità di stupirsi, ma per fortuna penso che ancora ci siano persone che sanno vivere la vita apprezzandola fino in fondo.
E penso che questo sia un mondo fatto di approfittatori, politicanti professionisti, imbroglioni e truffatori, ma penso anche che in ognuno ci sia del buono, e penso che sia più facile aspettare che gli altri cambino che cercare di cambiare le cose e prima di tutto noi stessi.

E penso che la chiesa stia addormentando le coscienze e che l'invenzione di dio costringa le persone a sognare ciò che non possono avere e a non apprezzare ciò che hanno, ma per fortuna penso anche di non dover essere io a giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato per gli altri.


Molti penseranno che ciò che penso sia irrilevante, per alcuni offensivo, per altri forse vero... in ogni caso sono un essere pensante e questo rimane comunque ciò che penso.



venerdì 10 agosto 2007

SAN LORENZO

A PROPOSITO DI ESTRELLAS FUGACES...

Ho iniziato il post precedente che era ancora il 9 di agosto ma adesso è già il 10: SAN LORENZO

Notte di desideri e di speranze, notte in cui il cielo sembra avvicinarsi agli uomini, notte in cui ci si rende conto di quanto siamo piccoli di fronte all'immenso universo...

E' strano come sia affezionata a questa data che dovrebbe farci sentire così minuscoli e così distanti in questo nulla che ci circonda, e invece io mi sento in profondo contatto con questo cielo piangente, e lo sento così mio...
Forse pensare al fatto che il cielo pianga stelle di commozione mi fa sentire più vicino a chi mi ha inseganto ad amare questa notte come un dono, a chi mi ha insegnato a guardare il cielo in tutte le occasioni, non solo a San Lorenzo, a chi mi ha insegnato che possiamo sentirci parte di un tutto anche quando le parti sono distanti, che posso essere vicina anche a chi non c'è più.

Forse non è per le stelle cadenti, ma solo per la poesia che parla di chi muore, e di come si sente chi resta, e di come, almeno un giorno all'anno, tutto l'universo dimostri di sentire lo stesso vuoto.



San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!


X Agosto - Giovanni Pascoli

giovedì 9 agosto 2007

ESTRELLA FUGAZ

Acabo de descubrir que en Barcelona no solo tengo deudas con los catalanes, también con los vascos...socorro...acabaré pobre!!! o mejor dicho...acabaré rica como nadie en tener tantas personas preciosas a mi lado.Hay unas que solo para haber entrado en mi vida se merecen un agradecimiento...personas que ni siquiera saben cuanto pueden influir en los demás solo hablándoles, una de ellas, hoy mismo me ha dicho que yo tengo algo que decir y que el mundo espera de escucharme...
Cuando tu vida cambia hay que seguir los cambios en todas las direcciones que cojan, hoy mi camino es, quizás, contar cosas.
Es algo raro para mi, ya que la forma de expresarme que siempre he utilizado no es aquella que usa las palabras, sino aquella que utiliza los colores y las imagenes.No es cosa sencilla explicar este pasaje, cómo no lo es explicar cómo nace un cuadro, un cuadro mio por lo menos, más que nada porque seria como intentar explicar cómo nace una emoción, un sentimiento, tentar catalogar algo que huye de las posibles categorías. Es difícil entender algo que está en la esfera de los sentimientos sin haberlo probado nunca, requiere un gran esfuerzo de empatía por parte de quién lo escucha, y buena (sino óptima) capacidad de explicación por parte de quién lo cuenta. Sería como decir a alguien que estás enamorada de él y no te das cuenta de como pudo pasar... Normalmente mis cuadros nacen de lo que tengo a mi alrededor, ya sea algo real, ya sea una imagen que me sale de la mente escuchando una canzòn o mirando una peli...sea lo que sea es algo que pasa en mi vida y que siento la necesidad de representar para que no huya de ella y se quede para siempre en los recuerdos.
Es como si el proceso creativo fuera una prolongación de esta sensación, y el resultado final la confirmación que algo ha pasado de verdad. Además cuando pinto siempre es una necesidad, la necesidad de no olvidarme de esa sensación, y por esto tengo la prisa de todas las necesidades y por esto no me paro, y pinto mi cuadro hasta acabarlo. Todavía siento que en esta época de mi vida ha llegado el momento de tomar otros caminos, y grabar los recuerdos y las sensaciones que mi vida crea de forma distinta, ha llegado el momento de contar cómo nace una estrella fugaz.


martedì 7 agosto 2007

APOLOGìA DEL "PAN AMB TOMAQUET"

Post para los amiguitos españoles, o mejor dicho catalanes...

Tengo una deuda con los catalanes, porque hace un año que vivo en Cataluña y aùn no "parl molt bè català", todavía la cultura catalana es increíble, y más lo es el "Pan amb Tomaquet"
Está claro que no tengo que explicaros lo rico que està este plato, ni tampoco quiero daros la receta...solo quiero que os pareis un rato...y penseis en lo que tenéis.
Casi siempre el hombre olvida lo importante que son las cosas que tiene cercanas, porque estàn allí, pero...si desaparecieran?

Casi siempre el mundo va de prisa y, en España, Barcelona parece que sea la ciudad que tiene màs, lo que pasa es que la gente nunca se pone a reflexionar sobre las cosas que son de toda la vida...que son una costumbre...pero si uno es extranjero todo es una novedad y también el pan con tomate es un descubrimiento increíble... una cosa tan sencilla, dependiendo de los ojos que la miren, se convierte en algo raro y sensacional...no quiero decir que sea un plato para sibaritas, sino que es algo especial, y su particularidad proviene de su simplicidad.

Es impresionante que algo tan sencillo pueda ser al mismo tiempo tan rico!

Aùn me acuerdo de mi primera vez...como si fuera mi primera relación sexual! como si fuera la cosa mas importante de mi vida...y por un lado lo fue de verdad...porque cuando comí mi primero pan con tomate fue cuando me dí cuenta que estaba en Barcelona...que vivía aquí y que aquí, los putos bocadillos no se comen con mayonesa o mostaza...se comen con pan amb tomaquet!

Son las pequeñas diferencias que cambian la vida de cada uno y el pan con tomate, en absoludo, ha cambiado la mía... mas que nada porque nunca me han gustado los bocadillos con mayonesa o mostaza...yo odio estas salsas! Y ME ENCANTA EL PAN AMB TOMAQUET!

Sin embargo, el pan con tomate fue la confirmación de que mi viaje a España no había sido inútil...sino que me había abierto un nuevo mundo!

Gracias Cataluña...sé que para los catalanes el pan con tomate es la cosa màs aburrida y màs normal del mundo, pero para mi, representa la libertad de vivir donde màs a gusto me siento...

domenica 5 agosto 2007

LOS DOMINGOS

LOS DOMINGOS ESTAN HECHOS DE VIENTO Y DUDAS...


Questa frase l'ho trovata scritta in un libro che si intitola Egypto, di cui non ricordo l'autore...e da subito ho pensato che è vera, che quasi tutti odiano la domenica, e quasi tutti la domenica si sentono in ansia.

Si, decisamente credo che sia il giorno più strano della settimana, non solo perchè è carico di aspettative quasi sempre disilluse, ma anche perchè ci costringe a fermarci a pensare, a trovare un contatto con il nostro io, con le nostre paure e con le nostre angoscie...

E la domenica non è altro che un la metafora della vita...

E' strano come gli uomini aspettino tutta la settimana, e così anche tutta la vita, per avere un pò di tempo per sè e quando si trovano di fronte questa possibilità arretrano terrorizzati dal prolungato contatto con se stessi...che essere strano l'uomo...vuole sempre quello che non può avere e ha sempre così paura di capire cosa vuole veramente...

E la nostra paura non è altro che la nostra cecità nei confronti dell'essenza della vita.

Forse il Piccolo Principe rimarrebbe sorpreso, ma per noi è normale che sia così...è normale fuggire da noi...forse lui penserebbe che gli uomini sono solo persone ottuse e racconterebbe del signor Chermisi e di come non avesse mai respirato un fiore e di come non avesse mai guardato una stella perchè "lui era un uomo serio", e allora forse riderebbe della nostra ingenuità e della nostra incapacità di vedere le cose importanti della vita.

venerdì 3 agosto 2007

RIFLESSIONE DEGNA DI NOTA

A PROPOSITO DI VIAGGI...
SI AVVICINA IL PERIODO DELLE VACANZE, E COME OGNI ANNO NASCONO LE SOLITE ANSIE A RIGUARDO... AD ESEMPIO:

IL PROBLEMA DELLE VACANZE E' CHE NON DURANO MAI ABBASTANZA...





Viaggiare, scoprire posti nuovi, conoscere persone e usanze e costumi differenti, credo che in fondo viaggiare sia un uscire da se stessi, intraprendere un percorso interiore in cui paragonandoci agli altri, diversi da noi, facciamo emergere la nostra identità...è la ricerca di noi attraverso la scoperta dell'altro, è il viaggio perpetuo dell'uomo alla scoperta di ciò che permane e di ciò che si evolve, per questo i viaggi non durano mai abbastanza, sul più bello si deve sempre tornare indietro, e lasciare il percorso a metà, e lasciare la ricerca di noi incompiuta...


Ciò che più mi piace delle vacanze è che ti permettono di trovare piccole parti di te in altri angoli di mondo, o anche solo vedere nuovi scorci di cielo...





Non si sa mai cosa riservano i cieli sopra di noi...a volte solo una estrella fugaz -*, altre, panorami immutabili che ci osservano da distanze inimmaginabili e irraggiungibili.


ALTRO PROBLEMA DELLE VACANZE E'... A QUANDO LA PROSSIMA?

ya estamos en obra

Que chulo empezar el día aprendendo cosas nuevas.
Gracias Ivaneti...a ver como me sale este blog...