venerdì 28 dicembre 2007

CASI NOCHEVIEJA Y TODAVÍA MIRO LA CALLE A TRAVÉS DE MI VENTANA

Casi nochevieja, casi el final de este largo año.
365 días de lucha, de retos y por la mayoría de éxitos.
365 días en los cuales muchas cosas han cambiado, algunas se han evolucionado, otras han regresado en su principio: todo se ha movido por lo menos un poquito. Yo misma he empezado un procedimiento de evolución ¿Qué esté envejeciendo, o solo se trata de hacerme adulta?
No se que ha pasado en este año, no se como ha estado…no puedo poner todo en los platos de la balanza: no siempre sirve, y casi nunca se pueden dividir las cosas buenas da las malas.
No se distinguir lo que ha cambiado de lo que ha permanecido igual.
Nada sigue igual por tanto tiempo pero tampoco los cambios importantes se hacen rapidamente y sin luchar un poco.
Muchas cosas han cambiado, todavía el amanecer en Plaza España sigue moviéndome algo en el alma, todavía voy por la calle boca arriba mirando el cielo, todavía quiero sentir las olas del mar que me mojan los pies, todavía me vuelve loca el olor del pan recién hecho, todavía a veces me sorprendo soñando con cosas tontas, todavía me hago miles y miles de preguntas sobre mi vida.

Casi nochevieja y todavía miro la calle a través de mi ventana.

giovedì 6 dicembre 2007

SUDA EL JAMON - NIKE: JUST DO IT -



Ci sono cose che nella vita non si riescono a spiegare

Breve premessa.
Questo video è l'ultimo spot che Nike ha pubblicato in America Latina per invogliare le giovani donne (suo target privilegiato da qualche tempo a questa parte) a non farsi la chirurgia plastica ma a fare sport e soprattutto a piacersi come sono.
E' un video che lancia un messaggio molto chiaro: ragazze non fatevi tagliuzzare come un prosciutto, sudate per essere belle.
Tutto questo soprattutto perchè l'America Latina è uno dei paesi con il più alto tasso di operazioni plastiche al mondo, in particolare ai glutei e alle gambe, per cui l'obiettivo primario della campagna è sensibilizzare le giovani generazioni nei confronti di questa piaga sociale, acusata soprattutto dalla mancanza di cultura (generale e sportiva nello specifico).
Il senso di tutto ciò, seppur reso in maniera un po' cruda, è splendido, questa pubblicità è un capolavoro, per una volta sono daccordo con il messaggio lanciato da Nike. Ma...

Qualche informazione su Nike.
La Nike, Inc. è un'azienda produttrice di abbigliamento e accessori sportivi, nata nel 1967 quando Bill Bowerman (allenatore della Oregon University) e Phil Knight (studente della facoltà di economia) creano un marchio per importare scarpe sportive dal Giappone (Onitsuka Tiger). Così scelsero il nome Nike, perché nella mitologia greca l'omonima dea è simbolo della vittoria.
Negli anni, Nike è diventato il primo produttore di accessori e abbigliamento sportivo, soprattutto per il calcio, il basket, il tennis, e recentemente anche per lo skateboard (la linea cosidetta nike-sb).
La Nike è stata criticata per le condizioni di lavoro ed i metodi di produzione nelle fabbriche d'oltremare con cui ha contratti commerciali.

Come riportato dai più importanti media internazionali, si è scoperto che l'azienda per anni ha sfruttato il lavoro di bambini, dai 5 anni di eta', per cucire i propri palloni e vestiti. Tali bambini venivano impiegati per 14-16 ore al giorno in condizioni igieniche pessime, per portare avanti lavori massacranti, in fabbriche buie e malsane.

FONTE WILKIPEDIA.

FATTURATO: 5.440 MILIARDI DI LIRE
1 BOWERMAN DRIVE BEAVERTON, OREGON 97005 U.S.A.

La Nike, con sede centrale nell'Oregon, USA, produce una vasta gamma di scarpe sportive molto pubblicizzate. Nata negli anni '60, ha assunto il suo attuale nome nel 1985.
Ogni anno 6 milioni di paia di scarpe sportive Nike vengono confezionate in Indonesia sotto licenze normalmente concesse dalla sud-coreana HQ, consociata della Nike. I dipendenti della Nike quotidianamente controllano la qualità nelle 6 fabbriche di Tangerang e Serang. Queste 6 fabbriche sono in competizione l'una con l'altra per mantenere le licenze, che sono rinnovate mensilmente.
Il salario medio giornaliero dei 24.000 lavoratori di queste fabbriche è appena di 1.100 lire. Secondo l'AAFLI (Istituto Asiatico-Americano per il Lavoro Libero) queste fabbriche stanno violando 12 leggi nazionali, tra cui quelle sul salario minimo, il lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro, l'assicurazione, l'organizzazione sindacale e i licenziamenti. Sono stati evidenziati problemi riguardo la salute, le ferie ed i congedi per maternità. Sebbene le fabbriche non siano di proprietà diretta della Nike, finanziariamente la compagnia è nella posizione di poter assicurare il rafforzamento degli standard minimi di vita.

I salari in Indonesia
L'Indonesia ha un salario minimo giornaliero di 2.100 Rupie (circa 1.400 lire), ma anche questo è inferiore ai "bisogni fisici minimi" stimati dal governo. E con 12 milioni di disoccupati su 70 milioni di forza lavoro, è impossibile rafforzare questo minimo. Recenti inchieste hanno rivelato che quasi l'80% dei lavoratori nella regione di Tangerang riceve solo 1.600 Rupie al giorno, e quindi lunghe ore di straordinari sono di solito fondamentali per la sopravvivenza. L'ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) stima che l'80% delle donne lavoratrici in Indonesia sono malnutrite.

E i sindacati?
I sindacati di solito esercitano un controllo effettivo sullo sfruttamento dei lavoratori, ma il governo repressivo indonesiano ne ha a lungo limitato lo sviluppo. Fino dagli anni '60, il movimento dei lavoratori è stato controllato dal governo tramite un unico sindacato legale, l'SPSI (Unione dei Lavoratori di Tutta l'Indonesia). Coloro che desiderano fare parte dei sindacati devono avere il permesso del loro datore di lavoro, che spesso sceglie quello governativo. Nonostante la legge, i lavoratori hanno cominciato a lottare, ed hanno formato nuovi sindacati. Il primo è stato Setiakawan (SBMS), nato nel novembre 1990. Nel giugno 1991, quando 300 dimostranti chiedevano salari più alti, Saut Aritonang, segretario generale del SBMS, e altri quattro, furono rapiti e interrogati dall'esercito governativo.
Il SBMS chiede di esercitare pressioni sul governo per il diritto di libera organizzazione, e sta lanciando un boicottaggio delle esportazioni indonesiane, chiedendo di usare aiuti e investimenti per fare pressione sul miglioramento dei diritti umani. Nel breve periodo, i sindacati sono certo in difficoltà nel tentativo di migliorare le condizioni di lavoro. Ma questo rende il boicottaggio e le campagne sui consumatori le forme di pressione più importanti che possano persuadere la Nike sulla possibilità di un comportamento più responsabile verso i lavoratori

COSA COMBINA NEL MONDO LA NIKE

REGIMI OPPRESSIVI: tutte le scarpe Nike sono prodotte in Asia, in particolare in Indonesia, Cina, Thailandia, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam.

RELAZIONI SINDACALI: in Indonesia i sindacati liberi sono illegali e vengono repressi dall'esercito, i dirigenti sindacali sono licenziati, imprigionati, torturati, ed anche uccisi.

SALARI E CONDIZIONI DI LAVORO: i lavoratori della Nike ricevono un salario da fame, inferiore al salario minimo stabilito dalla legge indonesiana. Lavorano esposti ai vapori delle colle, ai solventi, alle vernici, per 12 ore al giorno.

COMMERCIALIZZAZIONE IRRESPONSABILE: la Nike spende circa 180 milioni di $ all'anno in pubblicità, quando sarebbe sufficiente l'1% di questo bilancio per migliorare le condizioni di 15.000 lavoratori indonesiani.

CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO: nel 1990 Operation Push, un gruppo per i diritti civili, ha lanciato il boicottaggio della Nike perchè, nonostante venda il 45% dei suoi prodotti ai neri, non vi sono afroamericani ai vertici dell'azienda; essa inoltre non concede sufficienti benefici sociali alla comunità nera.

FONTE www.disinformazione.it/multinazionali

Per sottolineare un po' meglio solo un'ultima cosa: ricordo che lo slogan di Nike è JUST DO IT, FALLO E BASTA, e fondamentalmente credo che questo sia tutto il cardine attorno al quale gira questa impresa, la filosofia dello sbattersene di tutto e tutti, del fallo, tanto anche se le tue azioni hanno consguenze, non è detto che vengano scoperte, almeno non subito.

Ora, una considerazione del tutto personale.
Come è possibile che una persona sana di mente e con una capacità minima di giudizio, che inoltre è un genio pubblicitario, si svenda alle grandi multinazionali?
Voglio dire...perchè chi ha creato questa pubblicità fantastica non ha la saggezza di dire NO a un'azienda come Nike?
Ma soprattutto come può Nike fare una pubblicità così, con un tema sociale tanto importante, quando non è assolutamente interessata al sociale, visto e considerato quello che apporta nel mondo del lavoro e dello sfruttamento minorile.
Come si può sfruttare bambini e allo stesso tempo fingere di essere attivi e interessati nel mondo della sensibilizzazione sociale?
Ma soprattutto: APRIAMO GLI OCCHI, non facciamoci fregare da chi si imbelleta il naso però ha il sedere sporco di merda. Non sempre chi affronta temi sociali nelle sue pubblicità lo fa perchè è realmente interessato a queste cose, impariamo a scindere la pubblicità, che è un prodotto di menti creative e geniali, dalle compagnie, e in particolare dalle grandi multinazionali che ci bombardano con le loro scarpe e con le loro bottiglie dorate, e soprattutto impariamo a vedere cosa c'è dietro.

sabato 1 dicembre 2007

METRÓPOLI


Metrópoli, o sea vivir en el medio del mundo, vivir en contacto directo con el mundo.

En cualquier sitio del planeta, las metrópolis nos recuerdan lo pequeños que somos frente la multitud de culturas, de hábitos y de costumbres. Siempre.
Voy andando por la calle e oigo idiomas que no comprendo y no conozco; me llegan, al mismo tiempo, olores a fast food, cocina marroquí, india, turca, catalana, vasca, francesa, italiana: nuevo concepto de nouvelle cousine.
Veo niños gitanos desnudos y amas de casa árabes de 15 años llevando el burka, mujeres en traje con corbata que mandan el mundo y hombres que en su vida no han tenido nada, tampoco la limosna que piden.

Es raro como todos nos juntamos en las metrópolis, creo que dependa del hecho que metrópolis significa ciudad madre y todos los que no tenemos raíces, sino inquietudes y ganas de descubrimiento, necesitamos estar en varios sitios al mismo tiempo, como en el útero de la madre: parados en su vientre, como en un limbo, pero en todos los sitios y los momentos de su vida, viviendo sin estar al mundo y compartiendo sin hacer nada.

A veces me angustia todo esto melting pot, a veces me siento tan feliz de ser parte de él, a veces simplemente miro al cielo y pienso que el ser humano, viva en una metrópoli o en el medio de un desierto, siempre vive bajo un cielo desconocido, y por esto debe agradecer por existir y poder conocer tanta variedad.
Por conocer el mundo solo por el hecho que esto haga un desfile delante nuestros ojos.