venerdì 19 marzo 2010

Ieri notte ho visto Calsifer

Da bravi figli del cemento non potevamo che guardarla così la focheraccia: controvento.
Da quella parte in cui l'odore del fumo ti rimane addosso per 3 giorni e la cenere ti si attacca ai capelli... ma anche questo fa parte della mia generazione. Generazione 2.0 che non ha idea da che parte tiri il vento.
E come sempre, chissà perchè, quello che ci circonda altro non è che una metafora della vita. Il problema è che non sempre si sanno leggere i segni.
Tra la folla in controluce si distinuguono corpi, ma non si vedono volti.
I musicisti alle mie spalle suonano melodie folk un po' dimenticate, un po' sconosciute, e i bambini lanciano rami in mezzo alle fiamme. Lo de siempre, direbbero gli spagnoli, ma chissà perchè è così confortante...
E il calore mi scalda le guance e mi brucia gli occhi.
E mentre bevo vino e sorrido alla macchina fotografica di un amico ritorno anch'io un po' bambina... e d'improvviso, tra i vortici del falò e lo scoppiettare delle braci lo vedo: Calsifer! Lo spirito che anima il fuoco.
Lo spirito che anima il fuoco... sì, lui, che nella sua potenza e pienezza mi si rivela per ciò che è veramente... non solo lo spiritello che muove il castello errante di Howl, ma anche quello che quando tutto sembra estinto si riaccende nelle fiamme più ardenti... quello che sotto le ceneri ormai spente nasconde i tizzoni ardenti che riaccendono l'incendio in un istante... altra metafora della vita... lo spirito che anima la passione, quello che fa nascere l'amore e l'odio, quello che ci muove verso i sentimenti profondi, la forza che anima la vita e che in un solo istante può distruggere tutto.

Quello che mi brucia dentro e che ogni giorno mi fa lottare per le cose in cui credo. Quello che quando tutto sembra perso mi accende di nuove energie e mi ridà la forza di andare avanti e fare ancora un pezzetto di strada. Quello che sotto le ceneri dei miei errori continua ad ardere nuove possibilità e brucia brucia brucia... e fa divampare ciò che credevo morto di una nuova passione, più forte, più matura, più vera, più viva che mai.

lunedì 8 marzo 2010

Perchè in fondo in ognuna di noi c'è una piccola Alice, anche se non viviamo in Wonderland.

8 Marzo... giornata della donna.
E dire che la mia coscienza femminista, in questa giornata più che nelle altre, mi ha sempre imposto una riflessione sul ruolo della donna nella società.
Anche quest’anno vorrei scrivere parole di rivendicazione, ripercorrere i progressi fatti nel corso della storia dalle donne che si sono battute per le donne, e invece l'unica cosa a cui riesco a pensare è al Brucaliffo che chiede insistentemente ad Alice: "Chi sei tu?".

Già, chi è Alice?
Alice è una ragazzina troppo curiosa, troppo irriverente, troppo intelligente.
Alice precorre i tempi, è incontenibile e assolutamente fuori luogo.
Alice è tutte noi.

Alice è la Manu, che vede solo la meravigliosità degli altri e non la propria e invidia sua sorella che riesce sempre a essere come dovrebbe e mai come vorrebbe.
Alice è l’Elena, che rimane ferma nelle sue convinzioni anche se rischiano di crollarle addosso come le carte di cuori, e seppellirla da un momento all’altro.
Alice è l’Ali, che si fa prendere in giro da tutti i Pinco Panco e i Panco Pinco che le passano accanto.
Alice è la Michi, che crede in un sacco di cose impossibili, e cerca di trovarne almeno 6 prima di colazione.
Alice è la Sabri, che se potesse avere un mondo come lo vorrebbe niente sarebbe com’è perché tutto sarebbe come non è.
Alice è la Lara, che non sa cos’è un non compleanno.
Alice è Dunia, che anche se sa che piangere non serve a niente non riesce comunque a smettere.
Alice è Katarina, che non è capace a fare due cose alla volta.
Alice è la Marghe, che si dà ottimi consigli, e raramente li segue.
Alice è la Francy, che quando balla riesce per un attimo a incantare tutte le rose.
Alice è l’Elenina, che con la sua lingua lunga riesce immancabilmente ad irritare la regina di cuori.
Alice è la Francesca, che si sente costantemente minacciata da qualcuno che vuole tagliarle la testa.
Alice è l’Irene, che non si è mai curata delle buone maniere.
Alice è la Giulia, che riesce, in qualsiasi situazione, a trovare il lato positivo e ad imparare qualcosa.
Alice è la Sara, che vorrebbe correre dietro al Bianconiglio e prima non lo fa per senso del dovere ma poi, inevitabilmente, cede.
Alice è la Silvia, che si fida dello Stregatto anche se sa che non dovrebbe perchè non riesce a resistere al suo fascino.
Alice è l’Ile, che non smetterà mai di sostenere che ogni cosa ha una sua morale.
Alice è Maria, che solo a volte si rende conto che i suoi dubbi potrebbero dissiparsi in un istante se solo lei credesse un po’ di più in se stessa.

Alice è anche la Marikina, che, anche se non lo sa, un giorno perderà la sua innocenza e l’unica cosa che le rimarrà sarà la sua piccola Alice interiore.

E poi Alice sono io, che mi guardo indietro e vedo tutti gli sforzi che ho fatto per piacere agli altri, per sentirmi accettata, per essere all’altezza di ogni situazione.
Alice sono io, che mi scontro contro l’indifferenza delle persone che ho accanto.
Alice sono io, spaventata e affascinata dalla pazzia del Cappellaio Matto.
Alice sono io, che vivo un po’ nel mio mondo perché è più interessante vedere cosa si cela nella tana del Bianconglio che fermarsi alla banalità del boschetto.
Alice sono io, che seguo chi mi attira in luoghi sconosciuti, incurante delle conseguenze.
Alice sono io, che mi sento costantemente inadeguata.
Alice sono io, che vorrei fermarmi nel Paese delle Meraviglie e invece torno sempre indietro.

8 Marzo... giornata della donna.
Prima di tutto credo che oggi dovrebbe essere un giorno in cui le donne riflettono su se stesse, e forse non è così stupido che mi venga in mente il Brucaliffo, perché in fondo in ognuna di noi c’è una piccola Alice, anche se non viviamo in Wonderland.

martedì 2 marzo 2010

L'estate di San Martino - seconda parte -

Oggi il mio viso ha sentito che il sole è tornato a scaldare,
e lacrime di gioia non cancellano la sensazione di calore sulle mie labbra.

Oggi i miei occhi hanno visto l'allungarsi delle giornate,
e i deboli raggi dei pomeriggi di inverno sono solo un ricordo ormai lontano.

Le mie orecchie hanno sentito gli uccellini cantare.
I miei piedi nudi hanno ritrovato la sabbia,
e le mie mani l'acqua del mare.

Oggi il mio cuore mi ha detto che la primavera è alle porte,
e io non ho più paura.