martedì 30 giugno 2009

Categorie e imperativi categorici

Vi è mai capitato di soffermarvi a riflettere sulla società moderna, e sulle sue innumerevoli regole?
Sulle norme che danno un ritmo e un tempo ad ogni minima cazzata, sul continuo abuso di potere che ogni giorno ci soffoca sempre di più, fino a farci diventare un ammasso di stupidi, addormentati, incapaci pecoroni?

Beh, a me è appena successo, mentre ero ferma al semaforo.
Uno di quelli intelligenti ovviamente, non uno stupido, altrimenti non avrei mai potuto avere di questi pensieri profondi. Uno di quelli che ti fotografano e ti fanno arrivare direttamente a casa tua una bella multa per essere passato con l'arancione, attenzione: ARANCIONE E NON ROSSO, ma non per cattiveria, non per spremere fino all'ultimo centesimo le tasche della gente comune e rimpinguare le casse dello stato (ASSOLUTAMENTE!); semplicemente perchè l'uomo moderno non è in grado di capire da solo quando passare e quando no, non è in grado di comprendere la differenza tra liberare il passo e rendere pericolosa la circolazione per altri.

Così, sollecitata dall'acume di questo mezzo, mi sono persa nel vortice di un pensiero: dov'è finito il libero arbitrio? Dov'è stata messa la capacità e la possibilità di scelta, anche quella di sbagliare e pagarne le conseguenze volendo...non ho mai detto che l'uomo è infallibile...però dico che spesso impara di più sbagliando che facendo scegliere agli altri cosa è giusto e cosa non lo è.

E qui inizia il turbinio della mente: non so perchè ma inizio a pensare ai militari che violano il diritto di riunione e di espresione dei
terremotati abruzzesi (da quando fare capannello per lamentarsi è anticostituzionale o segno di sovversione?), al finanziere di fronte a casa mia che dà della testa di cazzo a un mio amico perchè sta grigliando le salsicce sul mio balcone, o al carabiniere che tratta da criminale una professoressa cinquantenne perchè non si è fermata al cartello "dare la precedenza" (da quando il mondo si divide in guardie e ladri, per cui quelli con la divisa sono tutti buoni e quelli senza siamo tutti delinquenti?)
E' da un po' di tempo che ho come l'impressione che ci sia sempre qualcun'altro che voglia scegliere per noi, forse gli italiani non sono più in grado di pensare autonomamente?

Mi viene automatico chiedermi quand'è che è stato che abbiamo dato la delega ad altri di pensare e scegliere per noi, perchè io non ricordo di aver chiesto a nessuno di farlo per me, io credevo di aver chiesto che la mia voce fosse rappresentata, ma evidentemente qualcuno deve aver capito repressa...chissà.

Cosa strana la comunicazione, basta un fraintendimento linguistico e ti va a puttane un'intero paese...lo dico sempre io che sono i comunicatori che dovrebbero governarci, anche se, nella mia ingenuità credevo lo stessero già facendo, ma del resto io faccio parte della massa di pecoroni stupidi e incapaci, non ci capisco molto di politica. E dire che ho sempre pensato che quando si possiedono 3 emitenti televisive e si ha il monopolio della carta stampata si fosse in grado di riconoscere la differenza tra rappresentanza e repressione, ma evidentemente mi sbagliavo, del resto è così facile confondersi tra le due cose, a tutti può capitare, perchè è chiaro, no, che si tratta di un colossale equivoco, mai mi verrebbe in mente di sospettare che il soffocamento delle masse pensanti e la compressione della società siano intenzionali: i nostri politici ci amano, non si prenderebbero mai gioco di noi. Sono persone serie, loro.

Ma nella mia ingenuità un dubbio mi assale: ma è la fuga di cervelli dall'Italia che ha fatto sì che qui rimangano solo i ritardati o la fuga di cervelli c'è per non far sì che il nostro libero pensiero si atrofizzi?

Beh, mi consolo pensado che non occorre rimurginarci su troppo, qualcuno presto risponderà per me a questa domanda, e allora mi resterà solo il compito di categorizzarla nell'archivio della mia testa e imparare a memoria l'imperativo che scaturirà dal pensiero che mi verrà imposto...oppure posso sempre iniziare a guardare qualche reality.

1 commento:

  1. EPPURE SPERAVO....DI CREARE, DI IMPARARE, DI ASCOLTARE, DI CAPIRE, DI GIOCARE, DI STUDIARE, DI AMARE...

    INVECE TU...TU MI MANGI,NON MI ASCOLTI, NON MI ESALTI, NON MI VEDI, NON MI VIVI....PER TE SONO SOLO UN NUMERO DA EDUCARE E NON DA AMARE, COLTIVARE, E VEDERE CRESCERE....TU SEI LO STATO MA NON LO STATO CHE VORREI.....

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