domenica 12 agosto 2007

CIO' CHE PENSO -IN VINO VERITAS-

A volte nella vita succede che ci si sveglia una mattina, o si torna a casa una sera, magari dopo aver bevuto un po' di più, e improvvisamente ci si accorge che si hanno un sacco di cose da dire.
Cose che non si sono mai dette solo perché non si trova mai il momento giusto o solo perché non c'è mai la persona adatta ad ascoltarle.
Penso che a volte bisognerebbe avere il coraggio di esprimere ciò che si pensa, e penso che prima o poi qualcuno ascolterà quello che abbiamo da dire.

Penso che le parole non cadano mai nel vuoto ed è per questo che spesso feriscono tanto.

Penso che spesso sia più facile tacere che esprimere la propria opinione e penso che chi ha la capacità di dire sempre la sua abbia coraggio, ma penso anche che a volte nella vita il coraggio non sia tutto e che utilizzare un po' di diplomazia non voglia dire chinare sempre la testa.

Penso che a volte vorrei essere ignorante per non accorgermi delle cose e non farmi problemi che già di partenza non posso risolvere, ma penso anche che preferisco avere la possibilità di scegliere se farmi o non farmi carico di certe cose, e penso che sia più facile lamentarsi che lottare, e che sia più facile essere infastiditi che comprendere, che sia più facile distruggere che costruire e isolarsi che integrarsi, ma che quasi sempre la cosa più facile non è quella giusta.

E penso che non ci possa essere sempre il sole, e che la pioggia sia vita, così come penso che senza il dolore non si possa apprezzare fino in fondo la felicità, e penso che non si possa sempre restare con i piedi per terra perché se no non si apprezzeranno mai le stelle.

Penso che sia bello avere tante cose da fare nella propria vita, ma penso anche che a volte è bello rallentare e godersi i dettagli.
Penso che non sia facile comunicare con le persone e che più le amiamo più le facciamo soffrire, ma penso che soffrire per chi si ama voglia dire che lo si ama veramente e penso che quando ci sono di mezzo sentimenti cosí forti e intensi ci possono essere 10.000 kilometri in mezzo e che non per questo si ama di meno, ma penso anche che vivere vicino voglia dire guardare lo stesso orizzonte.

E penso che non sia per niente facile chiedere scusa o ammettere un errore e che a volte siamo solo dei piccoli ottusi, perchè basta così poco per dimostrare un pò di gratitudine e un pò d'amore, e penso che i sentimenti siano una cosa profondissima e che a volte ci facciano soffrire perché non li si può comandare, ma penso anche che sia bellissimo farsi guidare da essi.

Penso che le persone a cui non si presta mai ascolto siano quelle che hanno più cose da dire, e che troppo spesso ci facciamo ingannare dalle apparenze, e penso che ascoltare un bambino o un anziano non voglia dire perdere tempo, ma acquisire saggezza.

Penso che dovremmo imparare ad amare e ad apprezzare ciò che è diverso da noi invece che criticare sempre tutto, però penso anche che dovremmo diventare critici e non berci tutto quello che ci dicono, e penso che sia più facile pensare che il singolo non fa la differenza piuttosto che cominciare a lottare e a dare l'esempio. E penso che non ci sia bisogno di andare in Africa per aiutare gli altri, perchè guardiamo sempre lontano e non guardiamo mai di fronte a noi, perchè è più facile aiutare un bambino con l'AIDS che la vecchietta che vive sul nostro pianerottolo, però penso anche che per fortuna ci sono persone che hanno il coraggio di andare fino là.

E penso che la società di oggi abbia mille potenzialità e che la globalizzazione sia l'espressione della capacitá di comunicazione di massa all'ennesima potenza ma penso anche che gli esseri umani siano sempre più soli e sempre meno in grado di comunicare tra loro, e penso che abbiano perso il gusto per le piccole cose perchè oramai si lasciano stupire solo da quelle colossali, e penso che sia triste non avere più la capacità di stupirsi, ma per fortuna penso che ancora ci siano persone che sanno vivere la vita apprezzandola fino in fondo.
E penso che questo sia un mondo fatto di approfittatori, politicanti professionisti, imbroglioni e truffatori, ma penso anche che in ognuno ci sia del buono, e penso che sia più facile aspettare che gli altri cambino che cercare di cambiare le cose e prima di tutto noi stessi.

E penso che la chiesa stia addormentando le coscienze e che l'invenzione di dio costringa le persone a sognare ciò che non possono avere e a non apprezzare ciò che hanno, ma per fortuna penso anche di non dover essere io a giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato per gli altri.


Molti penseranno che ciò che penso sia irrilevante, per alcuni offensivo, per altri forse vero... in ogni caso sono un essere pensante e questo rimane comunque ciò che penso.



venerdì 10 agosto 2007

SAN LORENZO

A PROPOSITO DI ESTRELLAS FUGACES...

Ho iniziato il post precedente che era ancora il 9 di agosto ma adesso è già il 10: SAN LORENZO

Notte di desideri e di speranze, notte in cui il cielo sembra avvicinarsi agli uomini, notte in cui ci si rende conto di quanto siamo piccoli di fronte all'immenso universo...

E' strano come sia affezionata a questa data che dovrebbe farci sentire così minuscoli e così distanti in questo nulla che ci circonda, e invece io mi sento in profondo contatto con questo cielo piangente, e lo sento così mio...
Forse pensare al fatto che il cielo pianga stelle di commozione mi fa sentire più vicino a chi mi ha inseganto ad amare questa notte come un dono, a chi mi ha insegnato a guardare il cielo in tutte le occasioni, non solo a San Lorenzo, a chi mi ha insegnato che possiamo sentirci parte di un tutto anche quando le parti sono distanti, che posso essere vicina anche a chi non c'è più.

Forse non è per le stelle cadenti, ma solo per la poesia che parla di chi muore, e di come si sente chi resta, e di come, almeno un giorno all'anno, tutto l'universo dimostri di sentire lo stesso vuoto.



San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!


X Agosto - Giovanni Pascoli

giovedì 9 agosto 2007

ESTRELLA FUGAZ

Acabo de descubrir que en Barcelona no solo tengo deudas con los catalanes, también con los vascos...socorro...acabaré pobre!!! o mejor dicho...acabaré rica como nadie en tener tantas personas preciosas a mi lado.Hay unas que solo para haber entrado en mi vida se merecen un agradecimiento...personas que ni siquiera saben cuanto pueden influir en los demás solo hablándoles, una de ellas, hoy mismo me ha dicho que yo tengo algo que decir y que el mundo espera de escucharme...
Cuando tu vida cambia hay que seguir los cambios en todas las direcciones que cojan, hoy mi camino es, quizás, contar cosas.
Es algo raro para mi, ya que la forma de expresarme que siempre he utilizado no es aquella que usa las palabras, sino aquella que utiliza los colores y las imagenes.No es cosa sencilla explicar este pasaje, cómo no lo es explicar cómo nace un cuadro, un cuadro mio por lo menos, más que nada porque seria como intentar explicar cómo nace una emoción, un sentimiento, tentar catalogar algo que huye de las posibles categorías. Es difícil entender algo que está en la esfera de los sentimientos sin haberlo probado nunca, requiere un gran esfuerzo de empatía por parte de quién lo escucha, y buena (sino óptima) capacidad de explicación por parte de quién lo cuenta. Sería como decir a alguien que estás enamorada de él y no te das cuenta de como pudo pasar... Normalmente mis cuadros nacen de lo que tengo a mi alrededor, ya sea algo real, ya sea una imagen que me sale de la mente escuchando una canzòn o mirando una peli...sea lo que sea es algo que pasa en mi vida y que siento la necesidad de representar para que no huya de ella y se quede para siempre en los recuerdos.
Es como si el proceso creativo fuera una prolongación de esta sensación, y el resultado final la confirmación que algo ha pasado de verdad. Además cuando pinto siempre es una necesidad, la necesidad de no olvidarme de esa sensación, y por esto tengo la prisa de todas las necesidades y por esto no me paro, y pinto mi cuadro hasta acabarlo. Todavía siento que en esta época de mi vida ha llegado el momento de tomar otros caminos, y grabar los recuerdos y las sensaciones que mi vida crea de forma distinta, ha llegado el momento de contar cómo nace una estrella fugaz.


martedì 7 agosto 2007

APOLOGìA DEL "PAN AMB TOMAQUET"

Post para los amiguitos españoles, o mejor dicho catalanes...

Tengo una deuda con los catalanes, porque hace un año que vivo en Cataluña y aùn no "parl molt bè català", todavía la cultura catalana es increíble, y más lo es el "Pan amb Tomaquet"
Está claro que no tengo que explicaros lo rico que està este plato, ni tampoco quiero daros la receta...solo quiero que os pareis un rato...y penseis en lo que tenéis.
Casi siempre el hombre olvida lo importante que son las cosas que tiene cercanas, porque estàn allí, pero...si desaparecieran?

Casi siempre el mundo va de prisa y, en España, Barcelona parece que sea la ciudad que tiene màs, lo que pasa es que la gente nunca se pone a reflexionar sobre las cosas que son de toda la vida...que son una costumbre...pero si uno es extranjero todo es una novedad y también el pan con tomate es un descubrimiento increíble... una cosa tan sencilla, dependiendo de los ojos que la miren, se convierte en algo raro y sensacional...no quiero decir que sea un plato para sibaritas, sino que es algo especial, y su particularidad proviene de su simplicidad.

Es impresionante que algo tan sencillo pueda ser al mismo tiempo tan rico!

Aùn me acuerdo de mi primera vez...como si fuera mi primera relación sexual! como si fuera la cosa mas importante de mi vida...y por un lado lo fue de verdad...porque cuando comí mi primero pan con tomate fue cuando me dí cuenta que estaba en Barcelona...que vivía aquí y que aquí, los putos bocadillos no se comen con mayonesa o mostaza...se comen con pan amb tomaquet!

Son las pequeñas diferencias que cambian la vida de cada uno y el pan con tomate, en absoludo, ha cambiado la mía... mas que nada porque nunca me han gustado los bocadillos con mayonesa o mostaza...yo odio estas salsas! Y ME ENCANTA EL PAN AMB TOMAQUET!

Sin embargo, el pan con tomate fue la confirmación de que mi viaje a España no había sido inútil...sino que me había abierto un nuevo mundo!

Gracias Cataluña...sé que para los catalanes el pan con tomate es la cosa màs aburrida y màs normal del mundo, pero para mi, representa la libertad de vivir donde màs a gusto me siento...

domenica 5 agosto 2007

LOS DOMINGOS

LOS DOMINGOS ESTAN HECHOS DE VIENTO Y DUDAS...


Questa frase l'ho trovata scritta in un libro che si intitola Egypto, di cui non ricordo l'autore...e da subito ho pensato che è vera, che quasi tutti odiano la domenica, e quasi tutti la domenica si sentono in ansia.

Si, decisamente credo che sia il giorno più strano della settimana, non solo perchè è carico di aspettative quasi sempre disilluse, ma anche perchè ci costringe a fermarci a pensare, a trovare un contatto con il nostro io, con le nostre paure e con le nostre angoscie...

E la domenica non è altro che un la metafora della vita...

E' strano come gli uomini aspettino tutta la settimana, e così anche tutta la vita, per avere un pò di tempo per sè e quando si trovano di fronte questa possibilità arretrano terrorizzati dal prolungato contatto con se stessi...che essere strano l'uomo...vuole sempre quello che non può avere e ha sempre così paura di capire cosa vuole veramente...

E la nostra paura non è altro che la nostra cecità nei confronti dell'essenza della vita.

Forse il Piccolo Principe rimarrebbe sorpreso, ma per noi è normale che sia così...è normale fuggire da noi...forse lui penserebbe che gli uomini sono solo persone ottuse e racconterebbe del signor Chermisi e di come non avesse mai respirato un fiore e di come non avesse mai guardato una stella perchè "lui era un uomo serio", e allora forse riderebbe della nostra ingenuità e della nostra incapacità di vedere le cose importanti della vita.

venerdì 3 agosto 2007

RIFLESSIONE DEGNA DI NOTA

A PROPOSITO DI VIAGGI...
SI AVVICINA IL PERIODO DELLE VACANZE, E COME OGNI ANNO NASCONO LE SOLITE ANSIE A RIGUARDO... AD ESEMPIO:

IL PROBLEMA DELLE VACANZE E' CHE NON DURANO MAI ABBASTANZA...





Viaggiare, scoprire posti nuovi, conoscere persone e usanze e costumi differenti, credo che in fondo viaggiare sia un uscire da se stessi, intraprendere un percorso interiore in cui paragonandoci agli altri, diversi da noi, facciamo emergere la nostra identità...è la ricerca di noi attraverso la scoperta dell'altro, è il viaggio perpetuo dell'uomo alla scoperta di ciò che permane e di ciò che si evolve, per questo i viaggi non durano mai abbastanza, sul più bello si deve sempre tornare indietro, e lasciare il percorso a metà, e lasciare la ricerca di noi incompiuta...


Ciò che più mi piace delle vacanze è che ti permettono di trovare piccole parti di te in altri angoli di mondo, o anche solo vedere nuovi scorci di cielo...





Non si sa mai cosa riservano i cieli sopra di noi...a volte solo una estrella fugaz -*, altre, panorami immutabili che ci osservano da distanze inimmaginabili e irraggiungibili.


ALTRO PROBLEMA DELLE VACANZE E'... A QUANDO LA PROSSIMA?

ya estamos en obra

Que chulo empezar el día aprendendo cosas nuevas.
Gracias Ivaneti...a ver como me sale este blog...